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giovedì 19 novembre 2015

Recensione "Kitchen" di Banana Yoshimoto

Titolo: Kitchen

Titolo originale: Kitchen
Autore: Banana Yoshimoto
Pagine: 148 (compreso un breve glossario)
Editore: Mondadori
Prezzo: €7,50
Data di pubblicazione: 23/06/2014

"Non c'è posto al mondo che io ami più della cucina...". Così comincia il romanzo di Banana Yoshimoto, "Kitchen". Le cucine, nuovissime e luccicanti o vecchie e vissute, riempiono i sogni della protagonista Mikage, rimasta sola al mondo dopo la morte della nonna, e rappresentano il calore di una famiglia sempre desiderata. Ma la famiglia si può non solo scegliere, ma anche inventare. Così il padre del giovane amico Yuichi può diventare o rivelarsi madre e Mikage può eleggerli come propria famiglia, in un crescendo tragicomico di ambiguità. Con questo romanzo, e il breve racconto che lo chiude, Banana Yoshimoto si è imposta all'attenzione del pubblico italiano mostrando un'immagine insolita del Giappone , con un linguaggio fresco e originale, quasi una rielaborazione letteraria dello stile dei fumetti manga.

Kitchen è il primo libro scritto dall’autrice giapponese, perciò ho deciso di partire proprio da quest’opera (anche il basso numero di pagine ha influito). Kitchen è diviso in tre racconti: i primi due riguardano la vita di Mikage, l’ultimo, Moonlight Shadow, riguarda la vita di Satsuki dopo la perdita dell’amore della sua vita. Ho gradito entrambi, anche se ho preferito l’ultimo racconto. Lo stile dell’autrice è semplice ma non banale. Tratta infatti di argomenti seri e tristi in modo, secondo me, nuovo: la cucina diventa infatti la metafora dello stato d’animo della protagonista. Per alcuni può sembrare un’idiozia, ma garantisco che il libro è invece molto profondo, sia per le situazioni che ci vengono presentate, sia per la continua crescita e maturazione dei personaggi. Che dire di più? Provare per credere!

Voto

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martedì 8 settembre 2015

Recensione "Proibito" di Tabitha Suzuma

Titolo: Proibito
Titolo originale: Forbidden
Lingua originale: Inglese
Autore: Tabitha Suzuma
Pagine: 353
Editore: Mondadori
Prezzo: €16,00
Data di pubblicazione: 24/01/2011



Fuori, nel mondo, Lochan non si è mai sentito a suo agio. Gli altri sono tutti estranei, alieni... Solo a casa riesce a essere se stesso. Maya ha sedici anni, è una ragazza sensibile, delicata e molto più matura di quello che la sua età richiederebbe. Lochan e Maya sono fratelli, e hanno altri tre fratellini da accudire: Kit, Tiffin e Willa sono la loro ragione di vita e la loro preoccupazione più grande, da quando il padre li ha abbandonati per una nuova famiglia e la madre ha iniziato a bere, si è trovata un altro uomo e a casa non c'è mai. I giorni passano e solo una cosa ha senso: essere vicini, insieme, legati, forti contro tutto e tutti. Per Maya, Lochan è il migliore amico. Per Lochan, Maya è l'unica confidente.
Finché la complicità li trascina in un vortice di sentimenti, verso l'irreparabile.
Qualcosa di terribile e meraviglioso allo stesso tempo, inaspettato ma in qualche modo anche così naturale.
Qualcosa che, ancor prima di iniziare, è già condannato.


Come è composto il romanzo? Il libro è composto da capitoli nè troppo lunghi nè cortissimi, e la loro narrazione si alterna tra Lochan e Maya. Lo stile è abbastanza descrittivo per quanto riguarda i sentimenti dei ragazzi e la loro situazione famigliare, i dialoghi sono pochi. Per questo fatto ho dato quattro stelline e mezzo e non cinque, avendolo trovato all'inizio un po' lento.Questo romanzo è uno dei più struggenti e disperati che io abbia mai letto. Non ho pianto, cosa strana per me, ma una volta chiuso il libro mi è rimasta addosso una grandissima amarezza che è rimasta vari giorni. Mi ero infatti affezionata molto ai personaggi e mi immedesimavo in loro, sperando come loro in un lieto fine.
Prima di iniziare a leggerlo credevo avrebbe presentato la storia d'amore tra i fratelli come un evento snaturato, ingiusto e anche "sporco", se così possiamo dire. Invece, più leggevo, più volevo leggere di questo amore incondizionate, genuino, che l'autrice è stata in grado di
presentarci nella sua completezza, a 360°.


Data la mia difficoltà nel parlare di questo libro, concludo qui, lasciandovi con un estratto del libro:
"Ma come far capire al mondo esterno che io e Lochan siamo fratelli solo perché la 
natura ci ha giocato un brutto tiro? Che non siamo mai stati fratello e sorella in senso 
stretto, bensì una coppia costretta a occuparsi di una famiglia vera mentre ci 
aiutavamo a crescere a vicenda? Come spiegare che Lochan non è mai stato un 
fratello ma qualcosa di molto, molto di più? La mia anima gemella, il mio migliore 
amico, una parte del mio stesso essere?"

Voto
★1/2

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